Mon bois

Mostra personale di Véronique Massenet

Sembra di assistere ad un gioco di prestigio in cui tutto ubbidisce a una fertile legge dialettica di dualità complementare: apertura-chiusura; notte-giorno; ombra-luce; peso-libertà; staticità-movimento. Il ritmo della vita insomma, in cui ogni elemento (“individuo”, lo definisce Véronique) concorre ad indicare un nucleo di equilibri perfetti, come parte a se stante e come parte necessaria al tutto. Dal tronco – l’uno – nasce il molto: nascono i due, i tre, i quattro, i cinque componenti di un organismo. E’ questa pluralità dell’uno che, dantescamente, la Massenet ci “squaderna” di fronte agli occhi in sistemi vorticosi e molteplici: spirali, elissi, cerchi, costellazioni. Il tutto si complica e si semplifica al tempo stesso. La sottrazione della materia accresce le possibilità combinatorie. Le figure non chiedono comprensione. Esistono. Ci interrogano e ci allarmano. Ci acquietano. Non sono né antiche né moderne, perché vittoriose sul tempo, che pure le impregna intimamente. Che cosa è un albero se non un accumulazione di tempo? Lavorarlo, dividere le sue fibre significa sgranare il rosario degli anni, i nodi di forza della vita cosmica, mettere in luce l’enorme antefatto della sua storia, con il peso di tutte le ferite, le lacerazioni, le rimarginazioni dovute alla crescita sua, operando, ancora una volta, secondo le leggi della dualità.

Véronique Massenet

La pars destruens (l’intaglio, lo scavo, il procedere per minime, pazienti sottrazioni di materia) è la premessa ineliminabile della pars construens (il necessario, conseguente slancio nello spazio, la costruzione di severi punti di appoggio, di intagli rigorosi  che si corrispondono e si compenetrano).”Scolpisco lo sforzo nel tempo per giungere a uno sviluppo armonioso”, dice Véronique. E, ancora: ”Bisogna considerare queste opere non per quello che sembrano al primo impatto, ma come la raggiunta melodia dell’insieme”. Tutto è un “fluire di musica”, osserva Montale. E Angelo Barile, in questi versi degli anni ’30, che sembrano una sorta di  predizione-omaggio all’opera di Véronique, dal canto suo, soggiunge : ”Forse dal vecchio legno / traforato di musiche si leva / la voce seppellita”.

Con queste opere veramente ci troviamo di fronte a una forma-musica o a una forma-scrittura vibrante, sempre fedele a se stessa, come presa di coscienza sulla funzione dell’arte. In apparenza le creazioni fantastiche di Véronique sembrano infrangere le regole degli equilibri naturali; in realtà esse rispecchiano le leggi universali della vita, colta nel suo essere e nel suo stesso farsi,  come intensità  e movimento, dal macrocosmo delle nebulose primordiali al microcosmo stampato negli anelli di un albero.

Silvio Riolfo Marengo

Mon bois

Mostra personale di Véronique Massenet

Inaugurazione: sabato 10 novembre, ore 18.30
Periodo: 10 novembre – 2 dicembre 2018
Orari: tutti i giorni 11.00 – 12.30 | 15.30 – 19.30
chiuso il lunedì mattina