La Ceramica sorella minore dell’Arte?

La ceramica, tra tutte le arti, ricopre spesso un ruolo minore per il suo collocarsi tra artigianato e arte vera e propria.

A cura di Antonella Gulli

Alla fine del XV secolo si potevano solo ammirare le porcellane che provenivano dalla corte del sultano di Istanbul. Erano derivanti dalle manifatture cinesi, con il classico decoro bianco/blu. Gli ottomani, elaborarono e interpretarono questi decori cinesi fino alla metà del XVI secolo. Nella prima metà del Cinquecento, i liguri, grazie al porto di Genova e ai naviganti, vennero a conoscenza di questa arte. I disegni cinesi-ottomani vennero così rielaborati su un fondo bianco o grigio azzurro, chiamato “berettino”. Questo smalto di fondo era già stato impiegato nelle fabbriche di Faenza tra la fine del ‘400 e l’inizio del ‘500, mentre in quelle veneziane venne usato intorno alla seconda metà del XVI secolo.

I decori usati dai maestri figuli liguri sono stati classificati dagli studiosi in tre categorie:

– Calligrafico naturalistico: di origine orientale, cinese, è caratterizzato da decori blu che riproducono una vegetazione di tipo palustre, con rocce e pietre tondeggianti, piante fiorite, uccelli, cani, cerbiatti e cavalli. Anche la figura umana era utilizzata, ma solo per i pezzi più importanti e spesso con tecnica policroma.

– Tappezzeria: d’influenza orientale, è caratterizzato da una base color azzurro pallido o bianco che può ospitare piccoli motivi floreali, farfalle, fiori o uccelli, casette, velieri e nuvole.

– Istoriato o scenografia barocca: è caratterizzato da scene prese dalla Bibbia o dalla mitologia. Parecchi di queste scene sono dipinte su grandi piatti modellati a sbalzo sempre di tonalità azzurra a imitazione delle argenterie genovesi.

La nobiltà ligure nel XVII e XVIII apprezzo moltissimo queste manifatture ceramiche, commissionando numerosi piatti da parata di grandi proporzioni, con stemmi nobiliari e sontuosi servizi da tavola. Nacquero in quel periodo importanti fornaci, citate anche negli archivi di Stato di Savona come produttrici di ceramiche fini, che diedero notorietà alla ceramica di Albissola e Savona. Giuseppe Robatto, Giuseppe e Bernardo Ferro, Giovanni Battista Marcenaro, Angelo Levantino, Folco, Giordano, Salomone, Croce, Pescetto e non per ultimo di valore e fama Giacomo Boselli detto anche Jacques Bosellj, che seppe affiancare all’arte ceramica un innovativo stile commerciale e manageriale, degno dei nostri giorni. Egli infatti trasformò il suo nome italiano in francese per poter vendere meglio i suoi prodotti in Francia.

Verso la metà del XVIII secolo un nuovo stile caratterizzò le ceramiche albisolesi. Venne denominato dal prefetto napoleonico Chabrol “Taches Noires”. Si tratta di una terracotta popolare, di colore bruno intenso, nero o marrone, lucido, ottenuto con l’aggiunta di ferraccia. Nell’800, dopo la terracotta “taches noires” si svilupparono sul mercato la terraglia nera e la terracotta ingob- biata gialla con decori semplici di fiori e uccelli o insetti. Nacquero molte fornaci per la produzione di pentolame da fuoco e produzioni per lo più di uso domestico. Purtroppo la crisi che segui a metà del secolo costrinse molte botteghe a chiudere.

Agli inizi del Novecento la produzione albisolese che non fu mai interrotta, ebbe un rilancio attraverso le fabbriche Poggi, Piccone e Mazzotti. Nuovi modelli eclettici e Liberty affiancate alla riproduzione di ceramica ispirata ai decori antichi dei gloriosi secoli XVII e XVIII portarono un certo sviluppo. Nascono nuove fabbriche favorite da questo clima innovativo, molto propizio nello sviluppo delle arti.

La Manifattura “LA FENICE” fondata dal pittore ceramista Manlio Trucco sperimenta tutte gli stili e le novità dell’art Dèco ispirandosi all’esperienza appresa durante il soggiorno parigino, collaborando anche con grandi nomi e scultori del periodo tra i quali Arturo Martini. Sono da ricordare anche le altre storiche fornaci: la Mas, L’Alba Docilia, La Casa dell’Arte, La Spica, la C.A.S., la Landa L’A.R.S., l’Artigiana, La Fiamma.

Queste fornaci furono fondate da artisti ceramisti che con i loro decori diedero stile, anima e fervore alla produzione di questo periodo. Ci furono scambi di lavoranti decoratori, società varie, espe- rienze collettive, situazioni di grande dinamismo artistico non facili da riepilogare in poche righe.

Fra i nomi più rinomati e che debbono essere ricordati: Romeo Bevilacqua, Arturo Martini, Ivos Pacetti , Nicolò Ghersi, Angelo e Giulio, Rabbia, Barile, Bartolomeo Rossi, Dario Ravano. La Fornace Mazzotti merita alcune righe a sé vista l’importanza avuta in questo settore dalla sua nascita fino ai giorni nostri essendo tuttora in attività in Albissola Mare. Gli inizi furono faticosi per la fabbrica Mazzotti. Fondata nel 1903 da Giuseppe Mazzotti, detto “Bausin”, nome derivante dal quartiere da cui veniva. Egli riuscì ad emergere solo grazie alla sua tenacia ed all’amore verso questo mestiere. Amore che riuscì a trasmettere anche ai figli Torido e Tullio (TULLIO D’ALBISOLA). Essi lo affiancarono intorno alla fine degli anni venti. La loro intraprendenza e genialità fecero acquisire e conquistare alla fabbrica un ruolo guida nell’ambito del panorama plastico italiano, lasciando un grande segno nello stile Futurista. Riuscirono a far giungere ad Albissola numerosi Artisti di fama internazionale: Depero, Fillia, Farfa, Munari, Diulgheroff, Acquaviva, Tato, Prampolini, Strada, Anselmo, Gaudenzi, Berzoini, Servettaz, Gambetta e altri.

Negli anni ‘50 Albissola diventa la capitale della ceramica informale. Si organizzano incontri internazionali sulla ceramica con artisti di livello come Jorn, Baj, Fontana, Matta, Scanavino, Sassu, Salino, Ghersi, Fabbri. Agli inizi degli anni ‘60 viene realizzata la passeggiata denominata il “Lungomare degli Artisti” Venti artisti tra pittori e scultori tra cui Capogrossi, Crippa, Fabbri, Fontana, Jorn e Lam, fecero gratuitamente i disegni preparatori per i pannelli pavimentali. Opera che è stata restaurata di recente. Molti artisti ancora oggi frequentano le Albisole. Esistono diversi circoli culturali e gallerie che espongono la ceramica contemporanea ed alcuni negozi anche in Savona, che hanno una vasta collezione di ceramiche riguardanti il XX secolo albisolese. Ad Albisola Superiore è allestito il Museo Civico “Manlio Trucco”, dove vi sono esposti opere della produzione ceramica dal 1500 ai giorni nostri, mentre ad Albissola Marina nella casa dell’artista Danese Jorn, è allestito il Musero Jorn con una raccolta di arte contemporanea.