“AMARE LA TERRA”

MOSTRA ESPOSITIVA DI ESO PELUZZI E AUGUSTO DE PAOLI

Amare la Terra” è il titolo della mostra espositiva organizzata da Gulli Arte, che abbina due pittori, Eso Peluzzi e Augusto De Paoli i quali, pur nelle rispettive diversità anagrafiche e artistiche, sono uniti da quel vibrante fil rouge poetico che attraversa le loro opere. L’idea di accostarli è nata inoltre dal fatto che entrambi questi artisti, per rappresentare la natura, hanno prediletto sia quel particolare angolo di Liguria dove sorge il seicentesco Santuario della Madonna di Misericordia di Savona, sia alcuni paesi di mare affacciati sulla costa ligure, nonché molti scorci del basso Piemonte e delle Langhe. Profondamente legati alla tradizione figurativa, sebbene filtrata dalle istanze del Novecento, i Nostri, delle suddette zone, hanno rappresentato i luoghi prediletti come paesaggi dell’anima, profondendovi quell’intensa carica emotiva capace di coinvolgere con immediatezza la sensibilità dello spettatore.

Dire di Eso Peluzzi (1894-1985) è rendere omaggio a un famoso artista che ha cavalcato il Novecento, consegnandoci nelle sue opere una sequenza di immagini paesaggistiche dipinte con l’incanto di un innamoramento così da trasferire in chi le guarda un’eguale incantata percezione. Nei suoi paesaggi immersi nella nebbia o imbiancati dalla neve gli accordi cromatici dei bianchi con le terre d’ombra infondono, in chi guarda, sensazioni di grande solitudine, di isolamento dal mondo, di immersione in un remoto silenzio dove l’assenza di figure umane lascia allo spirito la libertà di seguire i propri itinerari interiori. Per contro, gli accordi degli azzurri marini splendono nelle sue tele con l’ocra dorata della spiaggia e i luminosi colori delle case di Varigotti. Le pennellate morbide, eppure piene di forza, affiorano in ciascuna di queste forme naturistiche attraverso la complementarietà cromatica dei pigmenti e, nel contrasto tra luci e ombre, si compongono in una sintesi di tonalità che fa di ogni sua opera una categoria dello spirito. Spazio alle persone, e quindi ad impasti più corposi, è invece dato dal Nostro quando, nell’Ospizio presso il Santuario, incontra gli anziani la cui interpretazione corporea è di forte impatto emotivo. In gruppo su grandi tele a olio, in solitudine su fogli a carboncino, in sanguigna o matita, le immagini degli anziani appaiono legate a una linea ora tagliente ora più morbida che segna i contorni dei corpi, dei volti, dei profili per fissarsi in visioni che, attraverso un raffinato linguaggio pittorico, diventano manifestazione di quella malinconica dolcezza che appartiene all’ultima stagione della vita. Per non tralasciare una parte importante della pittura di Peluzzi, citiamo gli oli su tavola dei violini, dipinti con una precisione così nitida e sapiente da arrivare a frammentarne le parti per ricomporle nella perfetta immagine con rigorosa sobrietà tecnicistica, ma anche con quell’estatico senso di meraviglia che si addice a un così fascinoso strumento.

Dire di Augusto De Paoli è aggiungere lustro a un pittore che percorso parte del Novecento ed è entrato a grandi passi nel duemila e oltre, sempre fedele nel rappresentare nelle sue tele silenziosi paesaggi di neve, primavere di peschi fioriti, estesi campi di grano sotto i raggi del sole estivo, boschi autunnali in rosseggianti sfumature di oro e ambra. La luminosità dei suoi colori sconfina in vaste distese, in solitudini infinite colte nell’istante della loro massima intensità, dove l’assenza di figure umane pone in risalto la potenzialità espressiva del Creato. L’animo di De Paoli è dentro il silenzio ovattato di quella neve, nell’ardore di quel sole, nel vigore di quel mondo campestre che abbandona soltanto per compiere incursioni in alcuni tratti della costa ligure e rappresentarli come in quel magico momento gli sono apparsi, ovvero nella loro luce più intensa, e così farli splendere di altrettanta bellezza con l’energia creativa del suo gesto. Anche per De Paoli, dunque, l’arte pittorica si fa veicolo di poesia poiché, nei suoi paesaggi, sia le tonalità cromatiche sia le forme compositive non mancano d’integrarsi con il proprio interiore sentire. È lo stesso suo stile spontaneo eppure così intimamente elaborato nel dipingere la natura nei suoi molteplici aspetti, a mostrarci come la pittura possa avere la stessa complessità e polivalenza di significati che ha la poesia. A conferma di ciò basta pensare alla quantità delle emozioni che scaturiscono dalle sue opere capaci di creare profonde risonanze, frutto di quegli accordi coloristici e figurali il cui contatto precettivo persiste nell’animo di chi ne ha colto lo spirito. È così che restano nella mente certi angoli della Valle del Santuario dove gli alberi tendono i rami come ad afferrare il cielo, certi boschi autunnali di foglie morte eppure vive nei colori dell’ambra e del carminio, certi angoli della città di Savona che mostrano le pietre sfaccettate e l’immagine dell’edicola votiva nell’antica Via Pia, certi tratti della costa ligure dove le fluide distese degli azzurri marini invitano a lanciare lo sguardo al di là del visibile. Oltre al fascino conclamato dell’entroterra e della costa di Liguria, De Paoli mostra nelle sue tele il segreto fascino dei filari nelle vigne delleLanghe piemontesi, dei piccoli borghi disseminati tra le colline, quasi un invito a visitarli per scoprirne la silenziosa bellezza.

Attraverso le loro opere, dunque, Eso Peluzzi e Augusto De Paoli oltre la possibilità di un interiore, seducente discorso con e sulla Natura, ci hanno trasmesso un messaggio importante: che questa meravigliosa Terra, le cui risorse sono fonte di vita, deve essere da noi più amata, più rispettata e perciò custodita con cura. Solo così sul nostro Pianeta potrà continuare a esserci vita, solo così potremo continuare a guardare senza rimpianto le immagini di una Madre Terra così bella e incontaminata, quale nei loro quadri Essi ce le hanno mostrate.

Franca Maria Ferraris (20 novembre 2020)