Oltre il neoclassico Kéramos a Palazzo Milzetti inaugurazione venerdì 30 agosto ore 18,00 esposizione dal 31 agosto al 15 settembre Venerdì 30 agosto, alle ore 18,00 inaugura a Palazzo Milzetti “Oltre il Neoclassico. Kéramos a Palazzo Milzetti”, una esposizione-installazione organizzata nell’ambito di “Argillà”, festival internazionale della ceramica e mostra mercato, che si svolge a Faenza dal 30 agosto al 1° settembre. La mostra verrà presentata da Domenico Iaracà, con la partecipazione della direttrice del museo Elena Rossoni e del Sindaco di Faenza Massimo Isola. Promossa dalla galleria GULLIarte di Savona in occasione dei dieci anni della rassegna “Kéramos” e concertata con il museo, l’esposizione “Oltre il neoclassico. Kéramos a Palazzo Milzetti” propone opere di quattro artisti dalla carriera internazionale: Sandro Lorenzini, Marian Heyerdahl, Ole Lislerud e Renza Sciutto. Quattro linguaggi artistici differenti in una mostra che li mette in dialogo con l’apparato decorativo di affreschi e stucchi realizzato dal pittore Felice Giani e dai suoi collaboratori nel Museo Nazionale dell'età neoclassica in Romagna a Palazzo Milzetti, una delle sedi della Direzione Regionale Musei Nazionali Emilia-Romagna. Più che di una vera e propria mostra si tratta di una installazione di opere in spazi scelti del palazzo con la collaborazione della direttrice Elena Rossoni, “presenze” che si rivelano durante la visita al museo, arricchendolo pur rispettandone la sua straordinaria unità stilistica. Come afferma Domenico Iaracà, a cui è stata affidata la presentazione della mostra, Palazzo Milzetti è protagonista dell’esposizione quanto le opere stesse e le sculture in ceramica, in un gioco di rimandi, si aprono a nuove letture attraverso l’interazione con le decorazioni e gli spazi. Sculture di grandi dimensioni e pannelli in porcellana, opere figurative e altre astratte, alcune delle quali progettate per l’evento, presenteranno la ricerca degli artisti su temi diversi – il sacro e il ruolo della donna, la guerra e le sue vittime civili - così da offrire un esempio della versatilità del medium ceramico contemporaneo. Tematiche che intercettano altrettante suggestioni provenienti dalla straordinaria dimora neoclassica, in un dialogo senza tempo, sempre attuale, incentrato su grandi temi dell’umanità. L’iniziativa vuole sottolineare l’importanza della relazione del museo con la città, le comunità e le loro attività. La partecipazione alle tante iniziative di “Argillà” e al suo programma di mostre ed eventi, si pone pertanto nel solco delle diverse collaborazioni in atto tra la Direzione Regionale Musei Nazionali Emilia, con la sua sede di Palazzo Milzetti, il Comune di Faenza e il Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza, in una prospettiva di rete finalizzata ad un sempre maggiore arricchimento culturale del territorio. La relazione con il progetto “Kéramos”, un appuntamento ormai decennale con la ceramica artistica contemporanea e del Novecento promosso da GULLIarte, permette inoltre di mettere in rapporto, come già avvenuto in altre edizioni di “Argillà”, la città di Faenza con la città di Savona, entrambe parte della rete di AiCC - Associazione Italiana Città della Ceramica. Per le tre giornate di “Argillà”, dal 30 agosto al 1° settembre, l’ingresso sarà gratuito. Per le rimanenti giornate dell’esposizione, ingresso con biglietto del museo https://palazzomilzetti.cultura.gov.it/ Orari di apertura 30 agosto: ore 18,00 inaugurazione e apertura straordinaria serale sino alle 22,30. Dal 31 agosto: da lunedì a sabato dalle 9,00 alle 18,30 domenica dalle 13,30 alle 18,30 Per informazioni: drm-ero.pamilzetti-ra@cultura.gov.it tel. 0546 26493
Palazzo Milzetti Museo Nazionale dell’età neoclassica in Romagna 
Oltre il neoclassico
Kéramos a Palazzo Milzetti

inaugurazione venerdì 30 agosto ore 18,00
Venerdì 30 agosto, alle ore 18,00 inaugura a Palazzo Milzetti:
“Oltre il Neoclassico. Kéramos a Palazzo Milzetti”,
una esposizione-installazione organizzata nell’ambito di “Argillà”, festival internazionale della ceramica e mostra mercato, che si svolge a Faenza dal 30 agosto al 1° settembre.
La mostra verrà presentata da Domenico Iaracà, con la partecipazione della direttrice del museo Elena Rossoni e del Sindaco di Faenza Massimo Isola.

Promossa dalla galleria GULLIarte di Savona in occasione dei dieci anni della rassegna “Kéramos” e concertata con il museo, l’esposizione “Oltre il neoclassico. Kéramos a Palazzo Milzetti” propone opere di quattro artisti dalla carriera internazionale: Marian Heyerdahl, Ole Lislerud, Sandro Lorenzini e Renza Sciutto.
Quattro linguaggi artistici differenti in una mostra che li mette in dialogo con l’apparato decorativo di affreschi e stucchi realizzato dal pittore Felice Giani e dai suoi collaboratori nel Museo Nazionale dell’età neoclassica in Romagna a Palazzo Milzetti, una delle sedi della Direzione Regionale Musei Nazionali Emilia-Romagna.
Più che di una vera e propria mostra si tratta di una installazione di opere in spazi scelti con la collaborazione della direzione del museo, “presenze” che si rivelano durante la visita del palazzo, arricchendolo pur rispettandone la sua straordinaria unità stilistica.
Come afferma Domenico Iaracà, a cui è stata affidata la presentazione della mostra, Palazzo Milzetti è protagonista dell’esposizione quanto le opere stesse e le sculture in ceramica, in un gioco di rimandi, si aprono a nuove letture attraverso l’interazione con le decorazioni e gli spazi.
Sculture di grandi dimensioni e pannelli in porcellana, opere figurative e altre astratte, alcune delle quali progettate per l’evento, presenteranno la ricerca degli artisti su temi diversi – il sacro e il ruolo della donna, la guerra e le sue vittime civili – così da offrire un esempio della versatilità del medium ceramico contemporaneo. Tematiche che intercettano altrettante suggestioni provenienti dalla straordinaria dimora neoclassica, in un dialogo senza tempo, sempre attuale, incentrato su grandi temi dell’umanità.

L’iniziativa vuole sottolineare l’importanza della relazione del museo con la città, le comunità e le loro attività. La partecipazione alle tante iniziative di “Argillà” e al suo programma di mostre ed eventi, si pone pertanto nel solco delle diverse collaborazioni in atto tra la Direzione Regionale Musei Nazionali Emilia Romagna, con la sua sede di Palazzo Milzetti, il Comune di Faenza e il Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza, in una prospettiva di rete finalizzata ad un sempre maggiore arricchimento culturale del territorio.

La relazione con il progetto “Kéramos”, un appuntamento ormai decennale con la ceramica artistica contemporanea e del Novecento promosso da GULLIiarte, permette inoltre di mettere in rapporto, come già avvenuto in altre edizioni di “Argillà”, la città di Faenza con la città di Savona, entrambe parte della rete di AiCC – Associazione Italiana Città della Ceramica.
Esposizione dal 31 agosto al 15 settembre. Per le tre giornate di “Argillà”, dal 30 agosto al 1° settembre, l’ingresso sarà gratuito.Per le rimanenti giornate dell’esposizione, ingresso con biglietto del museo
https://palazzomilzetti.cultura.gov.it/Orari di apertura
30 agosto: ore 18,00 inaugurazione e apertura straordinaria serale sino alle 22,30.Dal 31 agosto:
da lunedì a sabato dale 9,00 alle 18,30 domenica dale 13,30 alle 18,30Per informazioni:
drm-ero.pamilzetti-ra@cultura.gov.it
tel. 0546 26493 

TESTO CRITICO DI PRESENTAZIONE A CURA DI DOMENICO IARACÁ

Oltre il neoclassico. Kéramos a Palazzo Milzetti
In occasione del decennale della rassegna ideata da Antonella Gulli, un progetto di ampio respiro dal nome 4 per10kéramos tocca diversi centri della ricerca ceramica contemporanea per terminare nella capitale indiscussa, Faenza, in occasione di Argillà 2204. Ed è la prestigiosa cornice del Museo Nazionale dell’Età Neoclassica in Romagna a palazzo Milzetti a fare da coprotagonista all’evento, quasi un’eco alla lettura eterodossa che il pittore neoclassico Felice Giani ha dato del movimento culturale. Sono quindi quattro artisti contemporanei che utilizzano la ceramica ad animare gli spazi del palazzo con le realizzazioni in continuità o in contrasto con gli ambienti che li ospitano.
Sembrerebbero più vicine alla grande coroplastica etrusca che non alle idealizzazioni winckelmanniane le grandi sculture di Sandro Lorenzini che occupano le nicchie della sala di Apollo. Eroi e dei di un pantheon che getta le radici nell’antichità, ma rappresentati con linee talvolta spezzate e dalle cromie fortemente contrastanti, per arrivare infine all’oro della maschera di Agamennone che si staglia sulla terracotta non smaltata. Un repertorio di attributi divini e simboli anima una produzione scultorea di notevoli dimensioni e di elevata difficoltà tecnica, in una produzione che rilegge l’antico- o forse l’atemporale aspirazione al sacro – con un occhio contemporaneo.
Cambia il centro dell’attenzione, l’oggetto della sua ricerca l’artista che abita la stanza della pace e della guerra: se i guerrieri cinesi di terracotta a cui l’artista si rifà erano protagonisti unici della vicenda, con il loro ruolo attivo di uomini in guerra, la rilettura dei conflitti data da Marian Heyerdahl si focalizza su chi questi eventi li subisce, siano essi donne o bambini. Sono i loro i volti ritratti, protetti da un’inutile casco di carapace di aragosta. Alle loro vite sembrano rimandare le fratture tra le tessere che compongono la parola pace sui suoi grandi piatti, quasi metafora di ferite profonde che vengono in superficie.
In contrasto con la profonda sofferenza i colori talvolta squillanti, quasi da oggetto POP, scelti dall’artista
Figure aniconiche quelle di Renza Sciutto in grado di echeggiare il livello più arcaico dell’arte greca. Tali infatti erano spesso gli xoana, simulacri lignei a rappresentare gli dei, forse per la difficoltà, se non l’impossibilità, di dare forma al sacro, nel mondo antico come in quello contemporaneo. Sono al contempo totem della modernità le forme architettoniche coperte dal reticolari di aperture, specchio dell’esperienza newyorkese dell’artista: espressioni figurative e non, ma accomunate dalla monumentalità che li contraddistingue.
A questo elemento, formale e contenutistico al tempo stesso, se ne aggiunge un altro veicolato dalla scelta del materiale, quello della cera d’api in particolare, materiale che copre parte delle sue opere, con la sua malleabilità e la cromia pastosa. Ed è quasi a far da eco alle dinamiche intime, familiari, che alcune delle sue opere sono esposte anche nel piano interrato del palazzo, nelle cucine dello stesso.
Se dovessimo invece cercare un parallelo per i grandi pannelli di Ole Lislerud è alla pittura pompeiana che dovremmo forse guardare. Se il parallelo può essere condotto sulla scala delle opere, non lo è certo per la scelta cromatica adottata dall’artista, che ci avvicina a movimenti di rottura con la classicità e un certo accademismo. Traguardando oltre il boudoir del palazzo si arriva alla loggia dove le sue lastre di porcellana ci propongono una bellezza contemporanea. Le nudità ritratte da Helmut Newton, citate da Lislerud, e quelle classicheggianti di Giani propongono un confronto legato al tema della donna, alla sua bellezza e al suo ruolo sociale. Concubine vittime nel mondo antico, ci auspichiamo protagoniste in quello contemporaneo.
Abbiamo parlato di quattro importanti protagonisti dell’arte contemporanea chiamati ad interagire e a relazionarsi con un interlocutore non meno prestigioso. Il palazzo Milzetti con le sue diverse reinterpretazioni del classico finisse infatti per costituire un quinto protagonista più che non un semplice sfondo all’esposizione.
Dalle sale di rappresentanza agli ambienti più intimi – se non addirittura esclusi dalla fruizione degli ospiti antichi del palazzo, come potrebbero essere state le cucine – il percorso progettato a quattro mani dalla curatrice della mostra e dalla direttrice del Museo che lo ospita gioca su una voluta alternanza di temi e di forme che, volendo attingere ancora al mondo antico, potremmo definire variatio. In sintesi una preziosa opportunità per estimatori dell’arte, antica e contemporanea che sia, di apprezzare modalità diverse di guardare al mondo che ci circonda.