CRESCINI - NEL VILLAGGIO DELLA MEMORIA - da GULLIarte a Savona, sabato 1 marzo 2025, ore 17.30. Presentazione a cura di Ferdinando Molteni. Ogni opera di Crescini è la sintesi del suo percorso. Della sua vita. Del suo sguardo sul mondo. E sulle cose: due sedie, un lacerto di rete da pesca e una manciata di pesci. Le sedie sono la quotidianità rassicurante e domestica, lo stare insieme, la partecipazione. La rete è la trappola, dentro la quale tutti possiamo cadere. Ma dalla quale si può uscire, vivi o morti. E i pesci di Giovanna Crescini, che sono vivi anche se sono morti, lo raccontano con l’evidenza di un fotogramma, con la grazia dei colori e delle forme. Con la poesia insomma.
CRESCINI - NEL VILLAGGIO DELLA MEMORIA - da GULLIarte a Savona, sabato 1 marzo 2025, ore 17.30. Presentazione a cura di Ferdinando Molteni.                                        Ogni opera di Crescini è la sintesi del suo percorso. Della sua vita. Del suo sguardo sul mondo. E sulle cose: due sedie, un lacerto di rete da pesca e una manciata di pesci. Le sedie sono la quotidianità rassicurante e domestica, lo stare insieme, la partecipazione.  La rete è la trappola, dentro la quale tutti possiamo cadere. Ma dalla quale si può uscire, vivi o morti. E i pesci di Giovanna Crescini, che sono vivi anche se sono morti, lo raccontano con l’evidenza di un fotogramma, con la grazia dei colori e delle forme. Con la poesia insomma.

Sabato 1 Marzo alle ore 17.30 l’antologica dell’artista Giovanna Crescini.

a cura di Antonella Gulli.

Presentazione e testo critico a cura di Ferdinando Molteni.

Un’esposizione di tele e ceramiche, con una selezione cronologica di varie tematiche, in cui l’artista ha sviluppato la sua arte.

L’esposizione é visitabile dal 1 marzo al 31 marzo 2025


I mondi sommersi (e quelli emersi)
di Giovanna Crescini

Pesci, pesci, siamo pesci con branchie rosse;
nulla ci turba e freddo è il nostro sangue:
siamo ottimisti per i nostri guai,
che a esser branco ogni pesce è eroe.

Herman Melville, da Noi pesci

L’ho raccontato mille volte, a lei e agli amici, e l’ho anche scritto. Ma è davvero successo così. Per caso.
Una ventina di anni fa. Forse anche di più.
Lavoravo, allora, al quotidiano “Il Secolo XIX” che aveva una bellissima e grande redazione in via Paleocapa. Ci andavo a piedi, perché stavo in via Martinengo. E tutte le mattine passavo davanti alle vetrine della Cassa di Risparmio di Savona. Dove si esponevano opere d’arte.
Di solito andavo dritto. Non c’era molto che mi interessasse. Qualche vecchia ceramica e qualche peintre du dimanche. Magari anche bravo, ma la cosa finiva lì. Non mi fermavo quasi mai.
Poi, un giorno, ecco in quelle vetrine un’esplosione di colori, di personaggi, di vita vera. Mi fermo a guardare i quadri. Sono una cosa che, lì per lì, rimanda a Renato Guttuso e, anche, all’assonante Saverio Terruso. Quadri magnifici. Capaci finalmente di raccontare. Penso di avere di fronte un’artista siciliana – perché il nome lo avevo letto e sapevo che era una donna – o comunque meridionale.
Invece scopro, dopo qualche tempo, che si tratta di un’artista che non è siciliana ma umbra. E che vive da queste parti.
Da quel giorno non l’ho più persa di vista.
Ed ho amato le sue tele, piene di vita e di pesci, di sedie e di mondi sommersi, i suoi paesaggi liguri, le sue ceramiche dalle forme inusuali, con i ramarri che le risalgono, le sue incredibili piante con gli uccelli che stanno per spiccare il volo, il suo lettering e le sue citazioni delle formelle della fontana di Perugia e poi la sua rilettura dei tarocchi.
Giovanna Crescini, per me, non è una di quelle troppe numerose artiste e di quei troppi numerosi artisti che cercano il clamore e invocano la loro – presunta – originalità. Che peraltro è sostanzialmente impossibile in arte. Crescini cerca, come gli artisti veri, la poesia. Che è la vera cifra dell’arte. Della sua e di quella degli altri.
Ne trovo tanta nelle sue opere. Sia di ceramica che su tela. Anche perché i temi, in fondo, sono gli stessi. Cambia solo la materia.
Ogni opera di Crescini è la sintesi del suo percorso. Della sua vita. Del suo sguardo sul mondo. E sulle cose. Ma se dovessi scegliere un’opera tra quelle esposte ne sceglierei una fatta di due sedie, un lacerto di rete da pesca e una manciata di pesci. Le sedie sono la quotidianità rassicurante e domestica, lo stare insieme, la partecipazione. La rete è la trappola, dentro la quale tutti possiamo cadere. Ma dalla quale si può uscire, vivi o morti. E i pesci di Giovanna Crescini, che sono vivi anche se sono morti, lo raccontano con l’evidenza di un fotogramma, con la grazia dei colori e delle forme. Con la poesia insomma.

                                                                                                              Ferdinando Molteni

Orari apertura Galleria GULLIarte:

chiuso il lunedí mattina – pomeriggio 15.30/19.30 tutti i giorni 12.00/19.30

info:3478055044 – info@gulliarte.it