GUL … fiore o simbolo araldico primario di tribù?

Pegno di battaglie perse di tribù Turcomanne …

A cura di Antonella Gulli

Sono molte le leggende sui decori dei tappeti Turcomanni. Racconti, fiabe che venivano tramandate da madri a figlie, da famiglia a famiglia. Una di queste narra che i decori che ogni tribù annodava e pos- sedeva, spesso venivano consegnati come pegni per battaglie perse, tra le varie tribù che popolavano questa vasta regione. Le motivazioni che scatenavano queste lotte tribali erano per i territori dedicati al pascolo o per la preziosissima acqua. Stiamo infatti parlando di un territorio montuoso ed arido.

I tappeti turcomanni che andremo ad analizzare provengono dalla zona del Turkestan Occidentale e il loro deco- ro è denominato “Gul”. Molti studiosi in passato hanno sostenuto che si trattasse di una variante etimologica della parola sanscrita o persiana gul o gol, che significa fiore e che i motivi di questi decori rappresentassero forme di fiori stilizzati.

Lo studioso Thomas Knorr e altri esperti di tappetologia, hanno attribuito l’origine del nome del decoro “Gul” a un’antica parola turca che significa clan o famiglia. Poteva quindi rappresentare un simbolo araldico primario di ciascuna tribù. Questa tesi confermerebbe la leggenda narrata nelle righe precedenti e il perché fosse consegnato come pegno nelle battaglie perse.

I Turcomanni erano tribù nomadi, sempre alla ricerca di zone più fertili e agevoli. La mobilità era la premessa indispensabile, quindi tutti gli oggetti d’arredamento dovevano essere i più possibili leggeri, facili da trasportare, inoltre dovevano essere fabbricati con materie prime che la famiglia poteva disporre in ogni momento, come ad esempio la lana di pecora che consentiva l’annodatura dei tappeti.

I tappeti che venivano annodati, dovevano offrire protezione dal freddo del terreno e potevano essere usati anche come coperte. Infatti possiamo trovare tappeti turcomanni realizzati con molteplici forme, che derivano direttamente dallo stile di vita della tribù. Veniva annodato ogni sorta di oggetto d’arredamento tessile, no ai limiti del possibile e dell’inventiva umana: “scaffali” sotto forma di borse da tenda, culle o sacche da trasporto porta fucili, porte o tende divisori e altro. L’annodatura di questi tessili sintetizza una vera e propria “architettura d’interni ed esterni” tutta interamente eseguita a mano.

Le maggiori tessitrici di questi oggetti erano le donne e il loro valore era in gran parte misurato dall’abilità nel tessere e nell’annodare tappeti oltre che dalla prole; infatti in dote nuziale dovevano portare “Il Tappeto della Sposa”, un manufatto che potesse testimoniare la capacità e l’abilità nell’annodatura.

Il rito delle nozze aveva un grande valore, che veniva confermato proprio dalla qualità e dal numero di tessuti ritrovati appositamente eseguiti per queste occasioni, come a esempio le strisce da tenda a fondo bianco e i Khalyk (un’importante mostra su questo tema “la Sposa Turcomanna”è stata organizzata nel 1999 a Milano, in occasione del IX Congresso Internazionale sui tappeti Orientali,(ICOC) dove furono esposti una raccolta di trentadue tessili e tappeti Turcomanni, provenienti dalla collezione del Museo di Stato Russo di San Pietroburgo.)

Con l’avvento dei Russi nel territorio del Turkestan, alla fine del XIX secolo, le tribù Turcomanne dovettero sottostare alla loro influenza e supremazia. L’annodatura di questi tappeti fu quindi orientata all’esportazione ed alle nuove esigenze di mercato. Nel 1920 l’antico Turkestan divenne una repubblica sovietica ed il nomadismo delle tribù che popolavano questa zona, non fu più ritenuto confacente al modello di vita della nuova repubblica e venne così imposta la sedentarietà.

Le caratteristiche basilari dei tappeti Turcomanni, dell’area geografia occidentale, come già accennato sono:

– la decorazione, spesso geometrica, con alcune varianti inserite o nelle bordure o nei gul, o a completamento del campo di alcuni decori come: alberi, animali, amuleti.

– La colorazione di base è sempre stata il rosso o il rosso bruno. Il perché dell’uso di questi colori è sempre stato motivo di discussione tra gli esperti. Si afferma che questa colorazione sia stata riservata all’appartenenza ad una classe superiore di guerrieri, ma si è anche pensato che fosse usato per praticità, in quanto era il colore più facile da reperire in natura da impiegare per tingere le proprie lane di pecora.

– Il nodo utilizzato in questi tappeti con ordito e trama e vello in lana, poteva essere sia simmetrico che asimmetrico, a secondo dei decori più o meno elaborati. A volte nel vello di alcuni tappeti venivano inseriti dei ciuffi di cotone o seta per dare risalto ad alcuni particolari del disegno.

Una classificazione dei decori dei Gul antichi usati dalle tribù turcomanne non è possibile, in quanto essendo di origine nomade non si hanno testimonianze scritte, ma gli studiosi contemporanei di tappetologia hanno stilato uno schema di quelli usati attualmente, raggruppandoli in zone geografiche sedentarie con le denominazioni delle originarie tribù.

Da citare per una più completa conoscenza anche le tribù dei Saryk che si estesero dalla zona del Mar Caspio fino all’Amu-Darja. Durante il loro nomadismo alcuni gruppi si stabilirono a Merv, furono cacciati dalla tribù dei Tekkè nella regione di Pendeh, dove divennero sedentari sotto il dominio della Repubblica Socialista Russa.

La tribù degli Arabici racchiuse varie tribù da quelle Chuval a quelle Engsi che svilupparono decori a tutto campo di alberi e animali (cammelli). In ultimo come elenco di tribù da citare, ma non di minori importanza, quella di Chodor. I loro decori ricordano un’elaborazione di quelli delle tribù di Yomut e della tribù di Ersari.

Nel Turkestan, inoltre, come zona di manifattura, dobbiamo anche ricordare quella Orientale, che svilupperemo prossimamente, sono solo da citare i nomi di alcuni tappeti tra i più importanti come: Samarcanda, Khotan, Kasghgar, (annodati con li di seta e oro) tutti con decori d’influenza cinese, che ci ricordano le leggende favolose narrate dai primi viaggiatori europei.