
GIORGIO MOISO: “COLORE, MATERIA, GESTO”
Al Centro Ceramico Museo Fornace Pagliero 1814
di Castellamonte (TO) dal 10 maggio
Verrà presentata il 10 maggio, alle 11, presso il “Centro Ceramico Museo Fornace Pagliero 1814”, in frazione Spineto, 61, a Castellamonte (To) la mostra “Colore, Materia, Gesto”: una antologica con circa 50 opere di Giorgio Moiso (Cairo Montenotte 1942 – Savona 2019) a cura di Antonella Gulli.
La mostra sarà poi aperta al pubblico dall’11 al 25 maggio con il seguente orario: festivi e prefestivi dalle 10 alle 12.30 e dalle 15 alle 18.30, lunedì chiuso, giorni feriali apertura pomeridiana dalle 15 alle 18.30.

Ritorna la tradizionale RASSEGNA KÉRAMOS 2025, giunta alle XI edizione, che quest’anno copre un arco temporale fino a fine gennaio 2026, sviluppando eventi e mostre, sia nella location della Galleria GULLIarte, che in altre sedi pubbliche e private rassodando sodalizi storici e nuove collaborazioni.
Il primo evento in calendario è a Castellamonte presso il CENTRO CERAMICO MUSEO FORNACE PAGLIERO 1814, con una grande mostra dedicata al Maestro:
GIORGIO MOISO – COLORE, MATERIA, GESTO.
Un’operazione destinata a lasciare una traccia importante nel centro di Castellamonte, con l’allestimento, nella Fornace Pagliero, dell’opera “Tappeto da viaggio”: un pannello monumentale di circa trenta metri quadrati, composto da 189 formelle, che rinsalda il legame tra il luogo in cui è stato cotto e la Piral, la città di Albisola in cui era stato plasmato.
Si tratterà dell’opera più rappresentativa della mostra. Il suo fulcro. Un diamante che verrà esposto presso uno dei cortili interni del complesso.
Il grande pannello rimarrà poi in permanenza negli spazi del Museo!
Nell’interno della Fornace sarà allestita una retrospettiva con circa 50 opere di Giorgio Moiso (Cairo Montenotte 1942 – Savona 2019) a cura di Antonella Gulli. con la presentazione e il testo critico a cura di Domenico Iaracá.
L’esposizione è in calendario nei programmi di Castellamonte degli eventi di BUONGIORNO CERAMICA,nei giorni 17/18 maggio 2025
IL 23 agosto 2025 la mostra sarà riaperta durante le manifestazione della 64 Mostra della Ceramica di Castellamonte, fino al 14 settembre 2025.
Info orari e apertura in dettaglio sul sito www.fornacepaglierocastellamonte.it
Dal 29 Novembre 2025, la mostra sarà trasferita a Savona in Galleria GULLIarte, nella quale verranno inserite per l’occasione delle nuove opere.

TESTO CRITICO A CURA DI DOMENICO IARACA
GIORGIO MOISO E LA LIBERTÁ NELL’ARTE.
Il prossimo 10 maggio inaugura a Castellamonte un mostra dedicata a Giorgio Moiso e la sua ricerca artistica. Opportunità importante con opere che ripercorrono le diverse tappe del suo percorso con un’opportunità unica di approfondire il suo operare tra Albisola e il centro del Canavese su cui ci soffermeremo tra poco.
Già da questa premessa appare immediatamente chiaro come sia un compito davvero arduo se non impossibile riassumere, sinteticamente ed esaustivamente al tempo stesso, una carriera pluriennale con molte tappe diverse al suo interno. Per quanti fossero interessati ad una prospettiva diacronica non possiamo quindi che rimandare alla fortunatamente ricca bibliografia. Altrettanto numerosi i giudizi espressi dagli artisti di indubbia fama incrociati nel suo percorso, da Agenore Fabbri a Bruno Ceccobelli, solo per fare due esempi.
Ci limitiamo così ad alcuni spunti di riflessione a partire dal tema delle sue opere e le scelte cromatiche a questi legate.
La tela del 1971 dedicata a L’albero, tema centrale della produzione di Moiso. non può che ricordarci un’opera centrale nella storia dell’arte, il lavoro di sessant’anni esatti precedenti di un altro grande pittore, il belga Piet Mondrian, ora al Gemeentemuseum Den Haag. La scelta di abbandonare le cromie naturali per i toni di grigio, il progressivo ridursi delle forme tridimensionali a pretesti grafici sembrerebbero accomunare il percorso intrapreso dai due. Ma basta procedere di pochi anni nei rispettivi percorsi per vederne le discrepanze. Se noi tutti abbiamo davanti agli occhi le scansioni geometriche che scandiscono le tele di Mondrian, le sue campiture cromatiche uniformi, non possiamo che apprezzare, in Moiso, le campiture di forme mai uguali alle altre, I colori corposi che coprono le tele. Alberi prima e canne poi, in sequenze di colori primari accostati gli uni agli altri in estrema libertà.
Lo stesso principio ispiratore crediamo di poter riscontrare nella sua trasposizione su tela degli stimoli offerti dalla musica jazz. Nel tentativo di descrivere le opere di questo periodo la critica ha usato I termini “infigurale e dinamicamente spontanea”,
Se consideriamo gli esiti dell’incontro di artisti diversi con gli stimoli offerti dai paesaggi urbani e più latamente culturali degli Stati Uniti gli esiti appaiono decisamente personali. Se Mondrian, arrivato a New York, parcellizza ulteriormente I suoi tracciati già ortogonali; se Renza Sciutto, conterranea di Moiso, in anni più recenti del pittore olandese riporta nelle sue opere il tracciato regolare delle finestre che ci sovrastano nel percorrere le strade della metropoli, Moiso preferisce rivolgersi alla più impalpabile delle fonti d’ispirazione, la musica, che diventa parte integrante delle sue performance.
Prima di concludere un accenno – veloce, ma doveroso – ad un’opportunità rara offerta dalla mostra di Castellamonte; ci riferiamo alla possibilità di vedere allestita l’opera Tappeto di viaggio. Si tratta di pannelli di ceramica realizzati ad Albisola e cotti poi a Castellamonte, per rinsaldare un legame profondo tra I due centri di antica tradizione ceramica.
Il Centro Museo Fornace Pagliero 1814, presenterá l’opera monumentale di circa trenta metri quadrati, con profili femminili incisi nell’argilla. Se ne I tarocchi, opere di alcuni anni precedenti, la citazione della ceramica tradizionale anima le vesti dei personaggi, anche questa scompare del tutto in Tappeto di viaggio per lascaire spazio al gesto libero, in una produzione che ha fatto della libertà il suo tratto distintivo.
Domenico Iaracá


