Dal 24 agosto fino al 15 settembre 2024, GULLIarte nella programmazione degli eventi “Kéramos off gallery” 2024, é presente presso la Fornace Pagliero 1814 a Castellamonte, come evento collaterale nell’ambito della 63^Mostra della Ceramica di Castellamonte con una personale dell’artista Laura Scappatura. Le opere esposte sono sculture in ceramica: donne, alberi, pesci e sono protagonisti di un gioco di forme armoniche, serenamente narranti, secondo una ricerca espressiva inconfondibile, con la sapienza tecnica derivata da un pluridecennale percorso artistico di Laura Scappatura.
In contemporanea si riapre durante l’evento della 63^Mostra della Ceramica di Castellamonte, la retrospettiva del Maestro Carlo Carlé – FUOCO, MATERIA, FORMA, inaugurata ad aprile 2024 negli spazi museali della Fornace Pagliero.
Un’occasione unica per visionare circa 70 opere in grés ceramico, sculture, totem, bassorilievi e sfere, alcune delle quali inedite, di diversi periodi storici. L’esposizione sará visitabile in Fornace fino al 15 settembre 2024, successivamente la mostra sará trasferita a Savona nella Galleria GULLIarte: dal 28 settembre al 24 novembre 2024.
Un allestimento di circa 70 opere in grés ceramico, sculture, totem, bassorilievi e sfere, alcune delle quali inedite, di diversi periodi storici. L’esposizione sará visitabile in Fornace anche nei giorni della 63^ Mostra della Ceramica di Castellamonte fino al 15 settembre 2024. Successivamente la mostra sará trasferita a Savona nella Galleria GULLIarte:dal 28 settembre al 24 novembre 2024.
MUSEO CENTRO CERAMICO CASTELLAMONTE
FORNACE PAGLIERO 1814 VIA SPINETO, 61 – CASTELLAMONTE
SABATO 6 Luglio alle ore 18.30 s’inaugura, la retrospettiva dell’artista:
ADRIANO LEVERONE –TERRA, FUOCO, SCULTURA
presso gli spazi della Galleria GULLIarte, a Savona in Via Nostra Signora dell’Olmo 5/7/9.
Nell’ambito della programmazione della decima Rassegna Kéramos 2024, GULLIarte, propone una retrospettiva del Maestro Adriano Leverone. Un omaggio doveroso ad un grande artista e alla sua arte.
TESTO CRITICO
TERRA , FUOCO, SCULTURA
Adriano, nella sua vita di uomo, ha abbracciato l’Arte in maniera totale, donandole ogni sua forza, con fedeltà e tenacia incondizionate. Per farlo, si è servito di quei mezzi formidabili che la natura gli ha offerto: la terra e il fuoco. Terra e fuoco in realtà sono da sempre ingredienti del fare dell’uomo, in una quotidianità fervida e operosa che, scorrendo giù per il tempo, millennio dopo millennio, ha generato i modi e le forme e le cose e le regole della storia, in una consuetudine del fare e dell’innovare che abbiamo chiamato civiltà.
Guardando oggi le cose, gli oggetti che Adriano Leverone ha pensato, costruito e lasciato, ci accorgiamo di trovarci di fronte a dei testimoni immutabili e lucidi di processi creativi inusitati, di sfide immense, di tensioni e tenzoni vinte con armi umane apparentemente fragili, in realtà temprate dalla volontà ferrea e consapevole dell’artista, dalla fedeltà assoluta alla Bellezza, alla fatica continua accettata e consumata.
Nel lavoro di Adriano, lungo tutto il corso di una carriera eccezionale e feconda, oltre a una conoscenza eccellente dei processi tecnici, sono chiaramente leggibili i capisaldi di tanta impresa d’uomo: lo stupore commosso di fronte ai fenomeni naturali, tale da muovere la profonda sensibilità poetica e analitica dell’artista alla creazione di oggetti iconici e archetipici ad un tempo; e ancora: la capacità progettuale di forme e volumi pensati nella scala del “grande”, architettati in modo sapiente, ritmati da contrappunti di pieni e di vuoti estremamente concisi, netti ed espliciti e dall’uso sapiente dell’avvicendarsi di forme concave e convesse. E come non parlare delle superfici: materiali eterni, come il grés ad altissima temperatura o il bronzo o il granito o il marmo, trattati con rigore espressivo controllatissimo, fino a rappresentare epidermidi definite e riconoscibili, scorze ruvide, chiazzature timbriche, ora scabre e ora lucidissime, in una sinfonia anche cromatica che va dai toni calmi e caldi di smalti chiari, fino a scuri d’ardesia o di basalto, passando per concrezioni inaspettate e scandite dai gialli alle ocre, a certi azzurri così delicatamente poetici.
Quali che siano le forme delle sculture che oggi possiamo vedere, in gran parte ceramiche, come è logico in un artista che è stato da sempre e in primo luogo uno scultore ceramista di grande caratura internazionale, la lezione che ci viene impartita da Adriano Leverone è quella di un coraggio che non dispera, che partendo da un pensiero scaturito dalla natura o dalla storia, è capace di dare vita a forme che sintetizzano tale pensiero e lo rendono universale, ricevibile da chiunque di quel pensiero può legittimamente impossessarsi e leggere ora un personaggio, ora uno scudo, una tartaruga, un fiore o un frutto. Ma non, beninteso, in senso naturalistico. La realtà, per Leverone, è allusiva e simbolica, sempre rispettosa dell’ordine formale e conscio della percezione visiva o tattile di chi guarda o accarezza la scultura. Vi è, per quanto le masse siano imponenti e i materiali grevi, un linearismo sottile che le disegna e le rende lievi, compiendo in nome della bellezza quel contemporaneo straniamento dell’opera e del suo fruitore che costituiscono il magico miracolo degli artisti davvero grandi.
La sicura grandezza di scultore di Leverone è fuori discussione e la sua vita di artista ne è stata una coerente testimonianza.
Con la scomparsa di Adriano ho perso un’amicizia davvero profonda, un contatto mai interrotto, un affetto fraterno che si è consolidato negli anni passando per la stima e il rispetto reciproco, per due carriere parallele ed un colleganza che data dal 1975, senza dubbi né equivoci.
Con questo scritto voglio ringraziarlo per l’uomo, l’artista e l’amico che è stato.
Sandro Lorenzini.
Biografia – Adriano Leverone
(Quiliano 21 gennaio 1953 – Ferrada di Moconesi 5 gennaio 2022)
È stato un ceramista, scultore e designer italiano.
Dopo il diploma all’Istituto Statale d’Arte di Chiavari si iscrive, nel 1971, al Magistero
Artistico presso l’Istituto d’Arte per la Ceramica G. Ballardini di Faenza.
Tra il 1973 e il 1974 frequenta lo studio di Carlo Zauli.
Inizia in quel periodo la sua attività espositiva con mostre personali e collettive.
Nel 1975 apre il suo primo studio per la lavorazione della ceramica. Dal 1979 si dedica
anche all’insegnamento: dal 1979 al 1986 insegna Tecnologia Applicata presso la Scuola
per la Ceramica di Albissola, dove ancora nel 1996 ha l’incarico come Direttore Artistico
e docente. Dal 1990 al 1994 è docente del Corso di Formazione Professionale
Ceramica e Ardesia per l’ornamento architettonico a cura del C.I.F. di Genova.
Tiene inoltre stage di scultura ceramica al Berea College Craft (KY, USA).
Tra il 1983 e il 1985 fa parte del movimento artistico “A Tempo e a Fuoco” curato da
Vittorio Fagone.
Per conto del Ministero degli Affari Esteri, collabora come esperto nella lavorazione della
terracotta alle attività del Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli, dal 1987 al
1989 in Etiopia nell’ambito del programma a sostegno delle popolazioni reinsediate nella
Valle di Beles, e nel 1992 in Brasile a Sao Raimundo Nonato, Stato del Piaui, partecipa
al programma per la formazione di tecnici e l’avviamento di una scuola di ceramica.
Negli anni successivi esegue per Enti Pubblici diverse opere in grès, ardesia e bronzo.
Viene inoltre invitato a partecipare a manifestazioni artistiche e simposi internazionali.
Durante la sua carriera artistica si aggiudica molti premi e riconoscimenti.
Le sue opere sono esposte in numerose collezioni private e pubbliche sia in Italia sia
all’estero.
ADRIANO LEVERONE – TERRA, FUOCO, SCULTURA
Inaugurazione: Sabato 6 Luglio 2024 ore 18.30
Periodo: 6 luglio – 15 settembre 2024
Luogo: GULLIarte – Via Nostra Signora dell’Olmo 5/7/9 – Savona
RASSEGNA DI CERAMICA D’ARTE CONTEMPORANEA E DEL NOVECENTO
X^edizionedal 11 maggio al 24 novembre 2024
Il percorso di questa iniziativa, che si ripresenta puntuale anno dopo anno, é frutto dell’indiscussa passione per la ceramica che anima l’ideatrice della serie di questi eventi, Antonella Gulli, gallerista e, per molti decenni, collezionista.
La ceramica, per il suo collocarsi tra artigianato e arte, é stata spesso relegata ad un ruolo minore, ma proprio il territorio ligure, che per secoli ha “praticato” questa arte con feconda tenacia nelle sue fornaci, ha dimostrato quanto e quante volte da un ambito artigianale siano scaturite esperienze artistiche di altissimo livello. Ma il fattore piú importante era quello di sviluppare gli eventi di kéramos in maniera che rivendicassero nel loro manifestarsi quel ruolo comprimario fra le arti, che alla ceramica compete.
La ricerca di un nome per il progetto si orientó verso un termine che suscitasse un’emozione istintiva e che avesse a che fare con l’arcaismo e il mistero del percorso storico della terra ed del fuoco: terracotta, ceramica, porcellana. “Keramos”, antico vocabolo dal Greco, é parso il piú adatto.
Il resto é il percorso storico sviluppato in questi dieci anni di Kéramos, in primo luogo negli spazi della Galleria GULLIarte a Savona, con mostre collettive, personali, e nel tempo tramite collaborazioni con Musei, Eventi nazionali ed internazionali, Associazioni Culturali, gallerie e spazi pubblici, ma soprattutto con la collaborazione di Artisti, seguiti sempre nel loro lavoro, scelti e selezionati per le emozioni che trasmettono con le loro opere, la maestria e la tecnica di esecuzione.
Riepilogare dieci anni di attività della galleria e della Rassegna Kéramos non é facile, in quanto riassume i gusti e gli intenti di chi ha gestito questi percorsi. Ma anche perché dimostra la sua natura di un sistema aperto che – attraverso la scelta di artisti e opere da presentare in occasione della manifestazione annuale – si è dimostrata permeabile a proposte innovative incontrate via via nel tempo, e la selezione di artisti cosí diversi fra di loro ne è prova tangibile.
Le opere selezionate in Kéramos, sono affascinanti e visivamente significanti, e differiscono l’una dall’altra in maniera sostanziale oltre che per la tecnica per la loro varietá, ma tutte sono legate ed unite in questo percorso nell’argilla. Tutte ceramiche d’autore, che condividono ed evidenziano i valori culturali del territorio d’appartenenza.
Questo decennale appuntamento con la Ceramica d’arte contemporanea rappresenta un’altra sfida importante, che vede manifestazioni dal 27 aprile al 24 Novembre 2024.
Si apre la Rassegna Kéramos 2024, con una mostra fuori sede, a Castellamonte,ridente localitá del Canavese, di antica produzione ceramica, pressolaFornacePagliero1814, inserita nella rete museale della Regione Piemonte, con una retrospettiva dedicata al Maestro Carlos Carle“FUOCO, MATERIA, FORMA”. Un allestimento di circa 70 opere in grés ceramico, sculture, totem, bassorilievi e sfere, alcune delle quali inedite, di diversi periodi storici. Successivamente la mostra sará trasferita a Savona nella Galleria GULLIarte,
dal 28 settembre al 24 novembre 2024.
Nell’ambito del secondo Festival della Maiolica ,a Savona, nella Galleria GULLIarte e nel Chiostro attiguo della Chiesa di San Pietro, a Savona
dal 11 Maggio al 30 giugno,
s’inaugura “4 per 10Keramos” con la Mostra di:
Sandro Lorenzini – Renza Sciutto- Marian Heyerdahl – Ole Lislerud.
Amici di lunga data che collaborano da sempre in progetti nazionali e internazionali, maturando esperienze in Cina, Giappone, America, Sudafrica ed in Europa.
L’esposizione proseguirà a Faenza, in occasione di Argillà2024– dal 30agosto/1 settembre 2024
dal 18 maggio al 30 novembre 2024.
Nelle manifestazioni definite “off gallery” a Terzorio (IM), pittoresca localitá dell’entroterra del ponente ligure, si inaugura “10Kéramos”,presso T3ArtGallery,in collaborazione con l’Associazione Paraxo,
Collettiva con: Domenico Asmone, Elysia Athanatos, Carlos Carlé, Jesus Castanon Loche, Terry Davies,Anita Hanch Hansen, Marian Heyerdahl, Stefano Innocenti, Adriano Leverone, Jackson Lee,Ole Liselrud, Sandro Lorenzini, Giorgio Moiso, Paolo Pastorino, Ylli Plaka, AntonioQuattrini,RenzaSciutto,AtsushiShimada,EnricoStropparo,FabioTaramasco,Mr.Corto, LucaPi Pellegrino.
Nello stesso periodo sempre a Terzorio una serie di eventi collaterali di Buongiorno Ceramica!
nel Centro Storico del borgo.
Dal 6 luglio al 15 settembre 2024Adriano Leverone- retrospettiva
Con un doveroso omaggio,si terrá un” esposizione a Savona nella Galleria GULLIarte, con opere in grés e bronzo che mostreranno il percorso creativo del Maestro, scomparso prematuramente nel 2022.
Uno dei più grandi scultori italiani ceramisti a livello internazionale (sue opere sono presenti in musei e collezioni pubbliche in Giappone, Cina, Corea del Sud, Svizzera, ecc.) e autore di grandi sculture in bronzo a cera persa, granito e marmo.
Durante la sua carriera si é aggiudicato molti premi e riconoscimenti.
Dal 24 Agosto fino al 15 settembre2024,
in Kéramos off gallery 2024, sará presente presso la Fornace Pagliero 1814, di Castellamonte, evento collaterale nell’ambito della 63^Mostra della Ceramica di Castellamonte con una Personale dell’artista Laura Scappatura. Le opere esposte sono sculture in ceramica: donne, alberi, pesci, sono i protagonisti di un gioco di forme armoniche, serenamente narranti, secondo una ricerca espressiva inconfondibile, con la sapienza tecnica derivata dal pluridecennale percorso artistico di Laura Scappatura.
È uno sguardo sullo stato dell’arte della ceramica contemporanea quello presentato da GULLIarte con diverse e possibili chiavi di lettura – storiche, cromatiche, formali, contenutistiche o altre ancora – tutti valori presenti nelle opere selezionate nella Rassegna Kéramos 2024 , espressioni vive di un materiale, l’argilla, tra i più versatili e proprio per questo, crediamo, tra i più vitali della storia dell’Uomo.
FORNACE PAGLIERO 1814 VIA SPINETO, 61 – CASTELLAMONTE
CARLOS CARLÉ Fuoco, Materia, Forma.
Opere in grés
Sabato 27 aprile, presso i locali espositivi della antica Fornace Pagliero 1814, s’inaugura una mostra antologica del Maestro Carlos Carlé. Saranno esposte opere in grés ceramico – sculture, totem, bassorilievi, dischi, sfere – alcuni delle quali inedite, eseguite in diversi periodi storici. L’esposizione, durante il mese di agosto, si affiancherá alla 63^ Rassegna “Mostra della Ceramica” di Castellamonte, per poi continuare nei mesi di ottobre e novembre a Savona, presso la Galleria GulliArte, nella cittadina ligure testimone dell’evoluzione artistica dello scultore. Mostra a cura di Antonella Gulli Catalogo in mostra Inaugurazione: Sabato 27 Aprile ore 11.00 Periodo: 27 aprile – 30 giugno 2024 info/orario apertura mostre: organizzazione Daniele Chechi – 0124 582642 – cell. 39 377 4390604 ceramichecielle@libero.it – www.ceramichecielle.it GULLIarte Antonella Gulli – cell. 39 347 8055044- info@gulliarte.it – www.gulliarte.it
CARLOS CARLÉ – FUOCO, MATERIA, FORMA
(Oncativo -Argentina 1928 – Savona – Italia 2015).
Nel territorio savonese la ceramica d’arte affermatasi da secoli, è stata, nel Novecento un fattore molto importante che ha attirato artisti di fama internazionale. Riconosciuta come patria della ceramica d’arte del Novecento, Albisola, grazie alle fondamentali esperienze di Arturo Martini e di Lucio Fontana e al manifestarsi del Secondo Futurismo, si è sempre più affermata come centro propulsore nel campo della ceramica e innovatore nel periodo del secondo dopo guerra, confermando un processo di definitiva rottura coi canoni tradizionali e rappresentando un’artistica rivoluzione feconda ed espressiva.
Ad Albisola sono convenute alcune delle maggiori personalità internazionali, da Jorn agli artisti del gruppo CoBra, a Gallizio, Manzoni, Lam, Scanavino, Capogrossi, Crippa, Fabbri, Elde.
A metà degli anni 60, anche l’argentino Carlos Carlé decise di stabilirsi ad Albisola.
Il Maestro giunse con un grande bagaglio di conoscenze cosmopolite, maturate tramite contatti ed esperienze in diversi paesi del mondo.
Il suo primo approdo in Italia fu Vietri sul Mare, dove intraprese varie sperimentazioni nel campo del design, applicandosi alla realizzazione di forme funzionali.
Ad Albisola diede vita ad una fondamentale evoluzione artistica. La materia divenne per lui un fattore importante con una sua precisa significazione progettuale.
Su questo percorso evolutivo, Carlé si trovò a seguire alcune fondamentali tappe, permeando le sue sculture con richiami alla propria cultura di origine, fino ad assumere, a cavallo degli anni 80 e 90, le dimensioni monumentali dei Megaliti, dei Dolmen e delle Pietre Miliari, di cultura storica e origine primordiale. Un filone artistico che sarà centrale anche nella successiva ricerca artistica.
Il Maestro aveva acquisito dimestichezza con il mondo della ceramica già in giovinezza, in Argentina, nella fabbrica di mattoni refrattari del padre, dove aveva avuto modo di sperimentare il comportamento delle argille cotte ad altissima temperatura, traendo sapienza e perizia nella manipolazione della terra nel prepararsi da solo l’elemento primario. Diventa ceramista e scultore, ma la ceramica è per lui solo un mezzo e mai un fine, uno strumento che rifiutó sempre con decisione il facile risultato.
Enzo Biffi Gentili ha definito Carlos Carlé “un costruttore”, in quanto plasmava l’argilla, con la sovrapposizione della stessa, continuando nell’accrescimento dell’opera, attraverso uno sviluppo formativo, quasi organico, di stampo architettonico. Carlé esercitava un controllo sulla materia con geometrie primordiali, che si collocavano coi principi originari di una cosmogonia elementare: sfere, cerchi, quadrati, parallelepipedi.
Le sue sculture rappresentano una costruzione tra dialettica, razionalità e caos, con lacerazioni, squarci sia all’interno che all’esterno delle opere, fino a risultare di una sostanza ruvida, corrosa, dalla quale la materia emerge con una forza eruttiva.
Antoni Tapies è stato per Carlos Carlé un riconosciuto maestro ideale, un mentore, da cui ha tratto anche ispirazione. Le opere di Carlé sono cotte ad alta temperatura, a milletrecento gradi, e il risultato prodotto sul grés era quello di effetti rugginosi, sgretolamenti, che rimandavano alle corrosioni grandi muri del Maestro Tapies.
La forza della materia, trasformata in grés durante la cottura, dona all’opera un arco cronologico destinato a superare la vita individuale dell’artista. Una visione universale della durata dell’opera al di là dell’esistenza del suo creatore.
Carlé osservava la natura, il mondo la realtà prendendo spunto per gli sviluppi della sua arte.
La mente e le sue mani di scultore si inserivano in questo circuito di tempo e natura, catturandone lo spirito e imprigionandolo nelle proprie creazioni.
L’osservazione dei sassi, che il tempo ha levigato con l’acqua arrotondandoli e incidendoli mediante lo sfregamento, ha suggerito a Carlé le opere “Cascotes”, come nella sua lingua madre vengono chiamati i sassi frammentati.
La struttura stratificata di queste opere, i segni e i colori, raggiunti mediante la sovrapposizione di terre colorate e l’utilizzo di smalti fusi sulla superficie, hanno generato effetti, che suggeriscono una erosione spontanea dell’opera, in un processo naturale.
Le esperienze di lavoro in Italia e all’estero e i soggiorni in Paesi come il Giappone hanno lasciato un segno indelebile sulle opere del Maestro Carlé.
L’equilibrio nel suo lavoro raggiunge la perfezione e la forma si rasserena, si addolcisce, si bilancia, con inserimenti di altri materiali come la pietra con la sua morbida cromia grigia, alternati a colori azzurri che mitigano le imponenti opere riportandole ad una concretezza terrena.
Carlos Carlé ci ha lasciati nell’aprile del 2015, e la famiglia ha voluto portare avanti la sua arte con le seguenti mostre postume:
Carlos Carlé
“I codici della materia” – Comune di Barge – Ex Officine Ferroviarie – Barge (CN) -Dal 16 ottobre al 28 novembre 2021
Omaggio a Carlos Carlé nell’ambito della mostra “El borde de las voces” [Il bordo delle voci] -Prospettive plurali nell’arte argentina contemporanea – Casa Argentina, sede culturale dell’Ambasciata – Roma -Dal 25 ottobre al 25 novembre 2021
In programma nella Rassegna di Kéramos2024, X edizione, la curatrice Antonella Gulli, artdirector della Galleria GULLIarte di Savona, ha voluto organizzare una retrospettiva dedicata al Maestro Carlos Carlé, che si svilupperà in due mostre.
La prima nella FORNACE PAGLIERO 1814, Museo ceramico inserito nella rete museale della Regione Piemonte, dal 27 aprile al 15 settembre 2024, con un allestimento di circa 70 opere in grés ceramico, sculture, totem, bassorilievi e sfere, alcune delle quali inedite, di diversi periodi storici.
Successivamente la mostra sarà trasferita a Savona in Galleria GULLiarte, dal 28 settembre al 24 novembre 2024.
La Fornace Pagliero si trova, a Castellamonte località Spineto, in una splendida posizione, a pochi chilometri da Castellamonte e da Cuorgnè, ai piedi della Valle Sacra e della sue montagne caratteristiche, la Quinzeina ed il Verzel.
ll complesso della Fornace si trova dove è nata, a fine Settecento, la storica manifattura Pagliero Michele. Qui, dopo un attento intervento di ristrutturazione conservativa a cura di Daniele Chechi, è stata riattivata la vecchia filiera della Fornace ridando vita produttiva alla storica industria ceramica, qui tra sale e gallerie di particolare interesse architettonico, si conserva la memoria storica della patria delle ceramiche di Castellamonte, nonostante sia la più antica è sopravvissuta praticamente intatta allo scorrere del tempo.
Si configura quale luogo simbolico dell’arte ceramica e del lavoro, attraverso oggetti preziosi, tra i quali le attrezzature d’epoca, gli stampi autentici e le vecchie matrici. Tale scenario diventa lo spazio espositivo dove artigianato d’eccellenza, storia e cultura si incontrano mescolandosi con il territorio e le tradizioni.
Hanno scritto del suo lavoro tra i più importanti storici e critici d’arte contemporanea.
Le opere del Maestro Carlos Carlé sono in collezioni private ed esposte Gallerie d’arte e in permanenza in Musei Internazionali.
LIGURIA CROMATICA – DOMENICO ASMONE DAL 6 APRILE AL 5 MAGGIO 2024 – INAUGURAZIONE SABATO 6 APRILE ORE 18.00 GALLERIA GULLIarte – Via Nostra Signora dell’Olmo 5/7/9 – Savona ORARIO GALLERIA: chiuso il lunedí mattina – tutti i giorni:11.30 – 14.30 info: www.gulliarte.it – cell. 347 8055044 – info@gulliarte.it
Mi chiedo spesso se l’opera di un artista debba suscitare in chi la osservi una qualche sensazione. La mia risposta è inequivocabilmente sì. Al di là della ricerca, che da sempre per quanto mi riguarda è incentrata sullo studio del colore (da Itten in poi…), il risultato creativo deve essere esteticamente interessante, tanto da sembrare all’osservatore bello, o deve solo emozionare?
Denis Diderot sosteneva che il senso estetico e la bellezza sono prodotti dal rapporto tra l’oggetto artistico e chi lo percepisce con la propria sensibilità individuale. Potremmo estremizzare questo concetto, senza tuttavia banalizzare cercando di generalizzare oltre il consentito, ed affermare che non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace! La parola “aesthetica” deriva dalla parola greca αἴσθησις, che significa “sensazione”, e dal verbo αἰσθάνομαι, che significa “percepire attraverso la mediazione del senso”. Ab initio l’estetica è l’aspetto della conoscenza che riguarda l’uso dei sensi e non una parte distaccata e autonoma della filosofia. Allora chi osserva l’opera alimenterà l’osservazione stessa con un’autonoma mediazione sensoriale, tanto da poter sostenere che una singola opera dovrà essere in grado, se riuscita, a provocare emozioni diverse a seconda dell’individualità di ognuno. L’ artista, attraverso la sua opera, deve essere in grado di raggiungere un piano di empatia con il fruitore.
Robert Vischer, studioso di arti figurative e di estetica, alla fine dell’Ottocento fu il primo ad usare il termine “empatia”, termine che nasce all’interno di un contesto legato alla riflessione estetica, intendendo la capacità della fantasia umana di cogliere il valore simbolico della natura. Praticamente si tratta di percepire la natura esterna come interna, appartenente al nostro stesso corpo, divenendo in sostanza la capacità di proiettare i sentimenti da noi agli altri e alle cose. Con la nostra percezione vestita della nostra emozione.
L’ideale sarebbe entrare così in sintonia con l’artista da condividerne le emozioni nascenti dalla realizzazione dell’opera. Ma questo non avviene sempre… Essenziale è che l’artista riesca ad emozionarsi durante l’esecuzione, in modo da comunicare una empatica sensazione estetica. Per me non è tuttavia sufficiente catturare lo sguardo dell’osservatore provocando un’emozione, ma è necessario ottenere un coinvolgimento sensoriale per effetto ottico cromatico, per rigore stilistico, per equilibrio compositivo.
L’effetto ottico cromatico è forse il più immediato nelle mie opere, basato su studi del colore iniziati nei primi anni 2000. Fondamentali per me le scelte dei colori, solitamente pochi per ogni opera, le giustapposizioni, i contrasti, le vicinanze, i toni su tono. Il colore dominante definisce una “cromovisione” del tutto autonoma per ogni singola opera.
Il rigore stilistico è sinonimo di riconoscibilità, per cui anche nella più ampia libertà gestuale, la realizzazione dell’opera è sempre preceduta da una stesura mentale che ne delimita i confini. La imprevedibilità del risultato finale, che sarà sempre diverso, è solo garantita dall’emozione che guida ed alimenta la fase compositiva.
L’equilibrio compositivo completa l’esecuzione, con un’innata percezione delle forme, delle distanze, delle contiguità, dei rimandi. Diceva Cezanne: “In pittura bisogna metter d’accordo occhio e cervello, sensazione ed intelletto”; ed ancora “in natura c’è disordine, occorre mettervi ordine”: l’ordine di cui parla è, appunto, quello compositivo.
La nuova serie dei Paesaggi cromatici inizia nella seconda metà del 2022 e incontra il pubblico per la prima volta con l’esposizione personale Milano e i suoi colori al Museo Fondazione Matalon di Milano curata da Colonna Arte Contemporanea (gennaio 2023). Ha fatto seguito poi la personale Reggio Calabria cromatica alla Galleria Serart di Reggio Calabria (ottobre – dicembre 2023). Liguria cromatica presentata da Gulli Arte di Savona (aprile 2024) è dunque la terza personale dedicata ai luoghi, ai sentimenti, alle emozioni della terra ospitante la mostra. Questa nuova esperienza di figurazione dei Paesaggi cromatici è conseguente al percorso artistico sviluppato negli anni di ricerca. Non è un ritorno alle origini, tanto meno una marcia indietro! L’intento è invece quello di partire dalle basi solide della produzione recente (effetto ottico cromatico, rigore stilistico, equilibrio compositivo) per alimentare di nuova linfa vitale le opere adducendo alle creazioni estetiche le emozioni visive del ricordo, le sensazioni vissute, le magie evocate dalla memoria comune intrisa di storia. In queste opere il disegno è fondamentale, è la partenza, ove segni veloci ed essenziali a carboncino delineano una iniziale rappresentazione curando particolarmente la composizione, le proporzioni e la prospettiva, senza alcun indugio sui particolari. La seconda fase è la stesura del colore, apportando pennellate corpose di colore ad olio e spatolate generose di materia, restituendo al componimento pittorico un particolare incedere incalzante di tocchi, un ritmo musicale. Ci sono, a ben vedere, rimandi di colore, giustapposizioni tono su tono, richiami di colore ripartiti nelle sezioni principali dell’opera, contrasti chiaroscurali, contrasti di qualità e di quantità (vedi il teorema di Itten, fondamentale per capire come percepiamo ed interpretiamo emotivamente i colori che osserviamo). Il riferimento è spesso una fotografia, lavorando in studio, filtrata attraverso le lenti successive del personale vissuto, della memoria riportata dalla storia comune e dall’elaborazione autonoma di sensazioni / emozioni che intervengono necessariamente nell’atto della creazione. A questo punto la foto di partenza è congedata, la realizzazione dell’opera prosegue attraverso la sensazione cromatica che l’opera stessa suggerisce via via che si viene completando.
Ho un mio codice di realizzazione che guida la mia attività e che mi piace ricordare: Ritengo una mia opera conclusa quando dalla casualità di partenza arrivo alla causalità del necessario, ove per causalità si intenda inequivocabilmente l’emozione! Dunque, nella migliore delle ipotesi e spero nella maggior parte dei casi, il mio desiderio è quello di riuscire a rappresentare l’estetica dell’emozione.
Domenico Asmone
SAVONA CROMATICA ( i tetti al tramonto) – olio su tela – cm 80×60 – 2024
DOMENICO ASMONE / BIOGRAFIA BREVE
Domenico Asmone nato a Bologna nel 1963, vive a Pistoia tornando spesso nella sua Reggio Calabria. Artista autodidatta dipinge dagli anni ‘80, iniziando a partecipare ai concorsi in estemporanea sul finire degli anni ‘90, riscuotendo subito successo e riconoscimenti. Dal 2000 inizia la sua ricerca sul colore approfondendo autonomamente lo studio partendo dal trattato di Itten.
Le sue opere, liberi soggetti compositivi di gestualità cromatica, indagano le risultanze percettive dell’osservatore stimolate dagli accostamenti cromatici, dai contrasti, dalle stesure più o meno raggrumate di colore. La libertà di esecuzione va di pari passo con il rigore compositivo e l’equilibrio delle forme.
La sua attività artistica si esprime attraverso i disegni, i dipinti e la ceramica.
La ceramica offre l’opportunità di esprimere con ancora maggiore incisività, sfruttando la tridimensionalità della scultura, la forza creativa dei cromatici.
Da gennaio 2023 con la personale al Museo Matalon di Milano inizia la nuova serie dei paesaggi cromatici con ‘Milano e i suoi colori’, seguita da ‘Reggio Calabria cromatica’ alla Galleria Serart di Reggio Calabria (ottobre/dicembre 2023).
Rappresentato in Italia da numerose gallerie è presente nelle trasmissioni televisive di Arte Investimenti (Laboratorio Acca) e di Colonna Arte Contemporanea.
Le sue opere sono frequentemente proposte dalle gallerie di riferimento nelle più importanti fiere d’arte in Italia e all’estero.
Di rilievo le due personali al Museo Matalon di Milano nel 2022 e 2023 organizzate da Colonna Arte contemporanea.
Recentemente invitato a far parte del progetto l’Arte in cucina- gli artisti incontrano gli chef, con la pubblicazione dei relativi volumi (Editoriale Giorgio Mondadori). Scelto dal critico d’arte Giammarco Puntelli per le pubblicazioni Profili d’artista (ArteIN word), Le scelte di Puntelli Genius Il codice della mente incontra l’arte (Editoriale Giorgio Mondadori), presentato nella Galleria degli Uffizi di Firenze.
Il suo studio d’arte è a Pistoia in Via Benedetto Croce, 47.
Progettazione mostra, allestimento a cura di Sandro Lorenzini – Gulli Antonella
La Galleria GULLIarte presenta:
SABATO 2 dicembre 2023 alle ore 17.30, la personale dell’artista:
SANDRO LORENZINI
”Suggestioni e racconti”
Opere grafiche
A un anno dalla sua grande mostra “alla carriera”, tenutasi al Museo della Ceramica di Savona dall’ottobre 2022 al febbraio 2023, Sandro Lorenzini torna a incontrare il suo pubblico nella bella, nuova sede di GULLIarte, in Via Nostra Signora dell’Olmo.
Questa volta Lorenzini propone una grande varietà di opere grafiche, per lo più inedite, spaziando dalla piccola alla grande dimensione, con carte realizzate con sapienza, nelle tecniche grafiche diverse, liberando la sua fantasia nel percorrere i territori della leggerezza e della poesia.
Accanto a narrazioni originali e diverse, sbocciano emozioni e suggestioni che non lasceranno certo indifferente il pubblico.
Il 7 dicembre alle ore 18.00, sempre nei locali di GULLIarte, l’artista terrá una conversazione sul tema: PARLANDO DI GRAFICA.
SABATO 4 novembre alle ore 17.30 si inaugura la bipersonale degli artisti
Ole Lislerud – Marian Heyerdahl – ESPRESSIONI METAFORICHE
presso la Galleria GULLIarte, a Savona, in Via Nostra Signora dell’Olmo, 5.
Ole Lislerud e Marian Heyerdahl sono artisti di nazionalitá Norvegese, di grande esperienza internazionale, raffinata cultura e provate capacita’. Entrambi si sono confrontati con culture di genti e paesi diversi, conducendo esperienze lavorative in varie parti del mondo.
Dalle prime opere di Lislerud ad oggi, si percepisce un filo conduttore costante, basato su iscrizioni, segni e simboli.
A partire dall’imponente Lex Portalis del Palazzo di Giustizia di Oslo (porcellana,1992) all’odierna mostra Espressioni Metaforiche (GulliArte, Savona, 2023), Lislerud sperimenta la scrittura su materiali diversi, spaziando dalla porcellana al vetro, metallo, alluminio, carta e tela. Con l’intenso lavoro di parecchi anni a Pechino (dal 2002), il suo interesse per la scrittura e i segni si è sviluppato anche attraverso la pittura e la calligrafia, senza cadere negli stilemi calligrafici tipici dell’Oriente, pur subendone il fascino e l’energia.
Lislerud ha scelto di approfondire, per la mostra odierna, le tre lettere dell’alfabeto A, B e C, fortemente primarie e assai strettamente permeanti la nostra cultura e la nostra identità. La sua riflessione sul rapporto immediato e pure complesso fra valore
simbolico del linguaggio e identità culturale collettiva testimonia la sua continua, intensa e sagace ricerca relativa alla propria individuale identità.
Nelle opere della Heyerdahl, gli aspetti formali ed estetici del lavoro sono legati alla semplicità delle forme e alla tecnologia semplice delle civiltà primarie che si esprimono in antitesi rispetto all’ambiente ipermoderno di oggi.
Le sue opere rispecchiano il suo coinvolgimento politico e sociale, esprimendosi attraverso forme organiche, ove l’uso peculiare dei materiali aiuta a rafforzare il messaggio.
Ha lavorato a diversi progetti di scala monumentale, come ad esempio:
Omaggio all´Adobe (1996), realizzando una scultura architettonica praticabile, con blocchi di argilla e paglia in un villaggio del Gambia. Nel 1998 realizza un´installazione monumentale dal titolo “The Wall” con materiali poveri (paglia e argilla) al Centro Henie Onstad di Oslo:
The Terracotta Woman (2006), consta di un esercito di 67 soldati di terracotta a grandezza naturale ispirati all´Armata di Xian, modellati con sembianze femminili, esprimendo un forte messaggio relativo alle sofferenze causate dalla guerra.
Entrambi gli artisti, gia´ docenti presso l’Accademia Nazionale di Arte e Design di Oslo, sono attualmente residenti nell´incantevole borgo di Colla Micheri, presso Andora, con vista sull’isola della Gallinara (luogo scelto nel 1958 dal padre di Marian, l´esploratore Thor Heyerdahl, come residenza della propria famiglia, ove cui sostare al rientro dai suoi viaggi).
La passione di Thor per la conoscenza di genti e culture diverse, sono l´eredita di Marian e si rispecchia nel suo lavoro.
DOVE SIAMO- PERCORSO/MAPS: GULLIarte Via nostra Signora dell’Olmo 5 Savona
OLE LISLERUD
Mostre Personali
– 2023 – Tophane-i Amire Art and Culture Center Istanbul, Turchia
– 2023 – Centro Sapmi di Arte Contemporanea, Karasjok, Sapmi
– 2021 – Galleria Norske Grafikere, Oslo, Norvegia
– 2016 – Galleria Todd Weiner, Kansas City Missouri, Usa
– 2016 – Galleria NOBEL, Oslo Norvegia
– 2014 – Museo Terzorio, Paraxo Italia
– 2012 – Centro Culturale Tophane, Istanbul, Turchia
Mostre Collettive
– 2023 – Parlamento Norvegese, Oslo, Norvegia
– 2022 – Cite`des Artes, Parigi, Francia
– 2022 – KARP Retrospettiva, Istituto Goethe, Lomé`, Togo – 2022 – Daum Museo di Arte Contemporanea, Missouri, USA
– 2020 – Museo Tomas Friedmann, Terzorio, Italia
– 2016 – Museo Palazzo della Bonifica, Terracina, Italia
– 2015 – Museo di arte Contemporanea Shigaraki, Giappone
– 2015 – Museo Asger Jorn, Albissola, Italia – 2015 – Centro Culturale Paraxo, Albissola, Italia
– 2014 – Museo Contemporaneo di Architettura, Roma, Italia – 2012 – Shanghai Art Expo, Shanghai, Cina – 2012- Museo Nazionale, Oslo, Norvegia
Collezioni Pubbliche
Museo Nelson Atkins, Kansas City, Missouri, USA
Museo di Arte Contemporanea Houston, Texas USA
Museo Everson, Syracuse, USA
Museo Gimhae, Corea del Sud
Today Art Museum, Pecchino, Cina
Museo Nazionale di Arte, Design & Architettura, Oslo, Norvegia
Opere Commissionate
– 2023 – In Munchs Footsteps, video, National Munch Nettwork
– 2022 – Reinvenzione Culturale, Ufficio Zambenedetti, Milano, Italia
Progettazione mostra, grafica, allestimento a cura di Gulli Antonella
SABATO 7 Ottobre 2023, alle ore 18.00, s’inaugura, la personale dell’artista Laura Scappatura:
SCULTURE D’ARGILLA
presso gli spazi della Galleria GULLIarte, a Savona in Via Nostra Signora dell’Olmo 5/7/9.
Le sculture di Scappatura, anche in questa mostra personale, hanno un segno inconfondibile, nei colori e nelle forme dove la figura femminile è prevalente.
La donna, modellata dall’artista, è la protagonista di un gioco di precise, armoniche forme che si sviluppano in una attenta collocazione nello spazio.
Ad esaltarne la femminilità sono i piccoli dettagli: lunghi capelli rossi, un gesto, un movimento“sospeso”, l’accenno di un sorriso o uno sguardo che lasciano allo spettatore una libera interpretazione.
Una caratteristica dell’artista è l’utilizzo dell’ingobbio come “pigmento”, principalmente l’azzurro,usato in tutte le sue sfumature anche per accentuare luci e ombre delle forme.
Nelle opere in piccolo formato, come le “fondine” in altorilievo,è raffigurato un mondo in miniatura, momenti di realtà ben identificabili che richiamano ad immagini familiari anche di un paesaggio ligure.
L’albero, tema ricorrente dell’artista che viene qui proposto in bassorilievo e a tutto tondo, ha grandi rami e foglie colorati d’azzurro per meglio confondersi con il cielo sereno.
Nelle sue opere Scappatura, oltre alle linee,lo spazio ed i volumi, vuole mettere in risalto le emozioni.
BIOGRAFIA: Laura Scappatura, nata a Vado Ligure, dopo aver frequentato il Liceo Artitico “Arturo Martini” di Savona, si trasferisce per quattro anni a Firenze per frequentare l’Accademia di Belle Arti, diplomandosi in Scultura nel 1977. In Toscana inizia le prime esposizioni artistiche e viene segnalata per la prima volta in alcune mostre collettive tra cui, nel 1974, la “Biennale di Bientina” per la sua “Figura femminile”.
Tornata in Liguria frequenta le botteghe degli artigiani ed artisti di Albisola, scoprendovi il vasto mondo della ceramica, tecnica che applica costantemente da allora, nella ricerca di varie forme, prediligendo il figurativo. Negli anni si è dedicata anche all’allestimento di scenografie per spettacoli teatrali. E’ stata docente di Modellato al Liceo Artistico “Arturo Martini” e di Storia dell’arte e Disegno nelle Scuole medie. Dagli anni Settanta non ha mai smesso l’attività artistica, con undici mostre personali e significative presenze in numerose mostre collettive. Sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private, in Italia ed all’estero, in pubblicazioni e cataloghi d’arte.
Alla fine del XV secolo si potevano solo ammirare le porcellane che provenivano dalla corte del sultano di Istanbul. Erano derivanti dalle manifatture cinesi, con il classico decoro bianco/blu. Gli ottomani, elaborarono e interpretarono questi decori cinesi fino alla metà del XVI secolo. Nella prima metà del Cinquecento, i liguri, grazie al porto di Genova […]
L’affermazione della ceramica ligure è databile intorno alla fine del XV secolo. Prima di quel periodo, si potevano ammirare solo porcellane che provenivano dalla corte del sultano di Istanbul. Erano di derivazione di manifatture cinesi, con il classico decoro bianco-blu. Gli ottomani, elaborarono e interpretarono questi decori cinesi fino alla metà del XVI secolo.
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